2002: Fino all’ultimo giro

Il 2002 vede il Campione del Mondo in carica Troy Bayliss come favorito principale per la corsa al titolo, gli avversari sono sempre gli stessi di un anno fa, ma tra loro spicca l’assenza di Troy Corser, passato a collaudare la Petronas per il 2003 ed è stato sostituito in seno all’Aprilia dal rientrante Noriyuki Haga reduce da un’esperienza negativa nelle 500.
I test invernali confermano la bontà dell’accoppiata Bayliss-Ducati 998 (ennesima evoluzione derivante dalla vetusta 916) ed al primo week-end, sbaraglia letteralmente gli avversari con una perentoria doppietta a Valencia, con un sorprendente Haga ed un sempre spettacolare Ben Bostrom che tentano di tutto per ostacolare la marcia dell’australiano, ma senza riuscirci.
Troy si impone due volte anche a Phillip Island, sconfiggendo nella gara di casa, un coriaceo Colin Edwards su Honda VTR 1000 e da questo momento in poi sarà proprio lo statunitense l’unico avversario in grado di reggere il passo del campione in carica che per il momento impone la sua legge anche nel successivo week-end in Sud Africa dopo un momento di tensione con Haga nel corso del primo giro, con Noriyuki che sferra una piccola gomitata sul capolino della 998 numero 1 per farsi largo nella bagarre.

In Giappone a Sugo per la prima volta s’inverte la tendenza con Edwards sul gradino più alto del podio in gara 1, mentre Troy deve accontentarsi di qualche punto ed il distacco tra i due si riduce a poco più di venti punti nonostante le tante vittorie dell’australiano nelle prime gare.
Il campione in carica ristabilisce l’ordine delle cose sin dalla gara di Monza, che lo vede due volte vincitore dopo splendidi duelli all’arma bianca con Edwards e Neil Hodgson su Ducati 998 F01, ma nel successivo appuntamento a Silverstone, Colin torna a recuperare punti sul rivale grazie ad una vittoria ed un secondo posto, ma questa gara merita una spiegazione più dettagliata.
Al via della prima manche diluvia, ma questo non spaventa certo Troy che prende le redini della corsa, davanti al rivale della Honda, ma dopo pochi giri cade a terra; l’australiano però non si da per vinto, monta nuovamente in sella ed inizia uno spettacolare recupero fatto di sorpassi in ogni punto della pista, sverniciando gli avversari come se fossero fermi.
Quando il podio sembra un obiettivo possibile, Bayliss scivola di nuovo, ma il campione aussie è più determinato che mai, risale in sella e ricomincia da capo il suo spettacolare recupero chiudendo quinto sul traguardo, mentre Edwards come già detto raccoglie la sua seconda vittoria stagionale. In gara 2 piove meno e stavolta Colin deve piegarsi al talento di Troy che s’impone sul traguardo, sfogando la sua tensione con un poco elegante gesto “dell’ombrello”.
Al Lausitzring ed a Misano è la Ducati numero 1 di Bayliss che domina tutte le manche, precedendo sempre un Edwards molto costante, mentre a Laguna Seca i due si spartiscono le vittorie con la prima gara a favore dell’austaliano e la seconda ad appannaggio di Colin, ma da questo week-end in poi qualcosa si blocca nella perfetta macchina da vittorie formata da Bayliss e la 998 f02. Infatti dal successivo gran premio la Honda porta degli aggiornamenti per il suo pilota di punta, mentre in Ducati si è ormai arrivati a fine sviluppo e la nuova nata di Borgo Panigale, la 999, debutterà solo nel 2003.
Come se non bastasse le successive prove di Bayliss verranno condizionate da un brutto infortunio, causato da un incidente nelle prove libere del gran premio d’Europa col distratto compagno di squadra Ruben Xaus, che lo urta facendolo rovinare pesantemente a terra.
Troy riuscirà comunque a salire sul podio a Brands Hatch, ma Colin Edwards si impone in ambo le gare e la stessa cosa succede nel successivo week-end in Germania, con Bayliss ancora dolorante e deconcentrato, costretto due volte al secondo posto.
In Olanda in gara 1 si ripete lo stesso identico risultato, ma in gara 2 succede l’imprevedibile: dopo pochi giri Edwards s’invola senza essere contrastato da nessuno, mentre Bayliss si ritrova in mezzo al gruppo in lotta per il podio, ma è un Bayliss deconcentrato quello in pista ad Assen e mentre la gara volge al termine, dopo una gara tempestata da piccole sbavature, arriva l’errore fatale.
Troy si ritrova così fuori causa ed è costretto a cedere la testa della graduatoria iridata a Colin Edwards per un punto, con il texano ancora una volta vincitore incontrastato della manche anche grazie ad una Honda Vtr 1000 Sp2 che grazie allo sviluppo costante della casa è ormai imbattibile. Ora rimane solo l’ultimo round, quello di Imola, sul cui circuito si svolgeranno le rimanenti due corse decisive per l’esito del campionato.

Sulle rive del Santerno la tensione si taglia col coltello ed il tifo è tutto per l’australiano della Ducati, ma nelle prove è ancora Edwards, forte di una Honda imbattibile, a strabiliare i presenti con una pole position incredibile, mentre Troy è costretto in terza posizione dietro al compagno Ruben Xaus.
Apparentemente sembra una gara senza storia, ma Troy Bayliss non è tipo che si arrende facilmente e la domenica si presenta più determinato che mai a dare battaglia a Colin.
Nelle prime curve di gara 1 i due forti piloti in lotta per il titolo si scambiano freneticamente la prima posizione con Bayliss che approfitta di ogni spiraglio per attaccare e con Edwards pronto ed astuto a controbattere ad ogni assalto dell’australiano.
A metà manche Colin dispone di qualche secondo di vantaggio, ma il rivale spreme oltre ogni limite la sua fida 998 e si riporta a mezzo secondo dal texano, sembra prefigurarsi un grande duello quand’ecco comparire beffarda la bandiera rossa.
Una moto in pista ha perso olio al Tamburello ed alcuni piloti, tra i quali Neil Hodgson, passandoci sopra sono rovinati a terra, per cui onde evitare che questa situazione possa condizionare la gara di uno dei due contendenti per il Mondiale, si opta per sospendere la prova per poi riprenderla una volta ripristinata la piena sicurezza della pista.
In questo modo però la gara viene snaturata, infatti la classifica verrà stilata in base alla somma dei tempi che i piloti hanno ottenuto nella prima tranche della gara, con quelli che otterranno nella seconda tranche.
Un vantaggio che Colin Edwards sfrutterà a meraviglia, infatti dopo aver duramente battagliato con Troy in questa seconda parte della prima manche, decide di seguire da vicino il suo rivale rinunciando ad attaccarlo, ormai conscio del fatto che mantenendosi a distanza di “sicurezza” dall’australiano, grazie al vantaggio ottenuto nella prima parte di questa manche, potrà ottenere i 25 punti riservati al vincitore ed infatti così sarà, con Troy che taglia per primo il traguardo, ma che in classifica generale si ritrova dietro al rivale statunitense.
Manca solo gara 2 per decidere gli esiti di questa epica battaglia, ma le possibilità di Troy sono minime, mentre Colin sa che con un secondo posto si fregierà egualmente del titolo, l’australiano può solo puntare alla vittoria e sperare che qualcun altro s’inserisca tra lui ed il centauro texano..
Al via di gara 2 Bayliss allunga subito sul gruppo, mentre Edwards dopo un primo giro di studio si instaura in seconda posizione e si ricongiunge al leader, il quale dopo l’arrivo di Colin tenta in ogni modo di ostacolarlo per consentire a Xaus o Hodgson di superare lo statunitense, che però non cade nella trappola e costringe Troy a forzare il ritmo.
I due si superano di continuo dando vita ad una delle pagine più belle del motociclismo, con Troy che guida ben oltre i limiti concessi dalla sua 998, inventandosi staccate impossibili e rimanendo in sella per miracolo.
La resa dei conti di questa epica battaglia tra giganti si consuma ad un giro dalla fine: Troy attacca all’ingresso della chicane Villeneuve, Edwards gli risponde all’interno della Tosa, a quel punto l’australiano tenta il tutto per tutto all’ingresso della Piratella, superare in quel punto è praticamente impossibile, ma Bayliss non si tira indietro e sembra addirittura riuscire a completare le manovra, ma la gomma posteriore tradisce il centauro ducatista che deve lasciar sfilare il rivale, che vince la gara ed il titolo iridato.

E’ una sconfitta, ma Troy ancora una volta da prova della sua signorilità festeggiando il suo rivale Colin Edwards sul podio e scusandosi con i tifosi per non essere riuscito a bissare il titolo dello scorso anno, il pubblico però applaude egualmente senza riserve l’asso australiano per le incredibili emozioni che gli ha fatto vivere.
Comunque a parziale consolazione per Troy c’è una piccola promozione , infatti una nuova avventura si profila per l’australiano: quella della Moto gp, sempre con la Ducati.

Riccardo Dalmonte
Alias: Take it easy


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