2004: You are fired!

Il 2004 sembra l’anno giusto per consacrare la Ducati tra i protagonisti nella lotta al Mondiale, ma dopo i primi test si intuisce che la situazione sarà radicalmente diversa, nonostante una velocità spaventosa in rettilineo, infatti la nuova desmosedici gp4 si dimostra decisamente acerba e ostica da guidare nelle curve, quindi assolutamente inadatta allo stile di Troy Bayliss.
La prima gara è una completa delusione: l’australiano si qualifica penultimo e raggiunge a stento la zona punti in gara, ma il centauro di Taree non si abbatte facilmente ed a Jerez è più determinato che mai a rifarsi.
Nonostante prove travagliate, Baylisstic ottiene il miglior tempo nel warm-up di domenica e sotto un diluvio apocalittico in soli due giri recupera dalle retrovie fino alla sesta posizione, ma la sua cavalcata viene bruscamente interrotta da una scivolata che vanifica il risultato finale.
In Francia, Troy torna a marcare punti finendo settimo, dopo aver rimontato e superato il compagno di squadra Capirossi partito più avanti di lui sulla griglia di partenza, mentre in Ducati cominciano a sorgere dei dubbi sulla bontà del progetto gp4.
Al Mugello la casa di Borgo Panigale porta due esemplari della moto dell’anno precedente (la Desmosedici gp3) per effettuare prove comparative con la moto attuale, ma si decide comunque di puntare sul modello nuovo, nonostante le molteplici perplessità. Troy si qualifica molto indietro, ma in gara recupera rapidamente raggiungendo la settima piazza fino all’interruzione della gara a causa di uno scroscio di pioggia. Alla ripartenza l’australiano da un saggio della sua classe, portandosi subito in testa al gruppo seguito dal compagno di marca Ruben Xaus in sella a una Ducati gp3, i due sembrano potersi contendere la vittoria, ma la pista pian piano inizia ad asciugarsi, riportando in auge le moto più competitive come la Yamaha e la Honda, Bayliss cerca di contendere il podio a Biaggi, ma dovrà arrendersi per pochi centesimi.

In Spagna, Troy conduce nuovamente un ottima gara arrivando fino alla sesta posizione, ma questa volta un incidente con Xaus lo priva dei meritati punti.
Da questo momento in poi inizia una crisi di risultati per l’aussie, che accusa vari problemi che compromettono molti risultati a punti e trasformano le sue gare in un autentico calvario.
Solo a Donington questo trend negativo viene interrotto, con Bayliss protagonista per tutto il week-end: in prova fa segnare il quarto tempo e nel warm-up impartisce lezioni di guida sull’asfalto viscido, poi in gara dopo una buona partenza, si sbarazza del compagno di squadra e si getta all’inseguimento del trio di testa composto da Edwards, Rossi e Gibernau, ma la Honda e la Yamaha sono troppo veloci per la Ducati e Troy è costretto a cedere anche alla Honda Repsol di Hayden, chiudendo quinto dopo un’allucinante uscita di pista, che per poco non rovinava anche questa prestazione.
In Germania, il numero 12 della Ducati si qualifica male, ma parte a testa bassa deciso a rimontare il gruppo e fa segnare subito il giro più veloce, ma la gp4 è un puledro ribelle e disarciona ancora una volta il suo cavaliere costringendolo al ritiro, da qui in poi si susseguiranno ancora una volta ritiri per guasti meccanici e cadute.

E’ ormai chiaro che la gp4 non permette al centauro di Taree di mostrare il suo talento, ma nonostante tutto Troy non lesina l’impegno, però questo non basta ai dirigenti del team Ducati Moto gp, che invece di supportare il loro pilota in difficoltà, prendono la poco comprensibile decisione di licenziarlo per mancanza di risultati e di sostituirlo con Carlos Checa per la stagione 2005, il tutto alla vigilia del gp d’Australia…la gara di casa per Troy.
E’ una decisione che trova poche giustificazioni, ma che Bayliss accetta con incredibile serenità, senza creare polemiche ed impegnandosi al 100% per fare una bella figura nella gara di casa. L’australiano si issa subito nel gruppetto dei primi e rimane in lotta per il podio fino a 2/3 di gara, ma la gomma posteriore si usura eccessivamente e lo costringe a rallentare per concludere in un anonimo nono posto.
Sembra un annata destinata a chiudersi in maniera deludente, ma da Troy Bayliss bisogna aspettarsi di tutto ed a Valencia si rivede finalmente il pilota che tutti conosciamo.
Grazie anche ad alcuni aggiornamenti provati a Philip Island subito dopo la gara, l’australiano mostra il suo reale potenziale, disputando ottime qualifiche che lasciano presagire una gara tutta d’attacco.
Al via le Honda del team Pons guidate da Tamada e Biaggi, s’impossessano delle prime due posizioni inseguite da Bayliss, scattato a meraviglia dalla sesta posizione, ma Rossi con la sua Yamaha rimonta immediatamente dopo un brutto avvio e si porta in pochi giri al secondo posto, mentre Troy viene superato anche dalle Honda di Gibernau e Hayden.
La competizione non subisce particolari scossoni fino a metà gara, quando Valentino Rossi rompe gli indugi e si porta facilmente in testa, seguito dalle tre Honda di Biaggi, Hayden e Tamada, che è un po’ in crisi con le gomme, mentre più staccati ci sono Gibernau ed uno strepitoso Bayliss che sta attaccando da vari giri il centauro iberico e nonostante un mezzo inferiore riesce ad averne ragione per gettarsi a testa bassa all’inseguimento dei primi quattro.
La rimonta dell’australiano ha dell’incredibile e dopo pochi giri sorpassa il giapponese Tamada per poi avvicinarsi minacciosamente alla coppia composta da Hayden e Biaggi intenti a battagliare per il secondo posto.
Troy è nettamente più veloce di tutti e comincia a mettere pressione all’americano, che cerca di forzare i tempi tentando di liberarsi di Biaggi, ma il pilota della Ducati non perde altro tempo e sul rettilineo di partenza sferra il suo attacco, Hayden cerca di difendersi, ma sbaglia ed arriva lungo alla prima curva rischiando di colpire anche l’incolpevole Biaggi.
Bayliss si ritrova così incredibilmente terzo e subito va ad insidiare la seconda posizione del pilota italiano della Honda, ma le gomme della Ducati numero 12 sono ormai troppo usurate, così Troy preferisce non prendere ulteriori rischi, chiudendo la gara in una imprevedibile terza posizione, dimostrando ai suoi ormai ex datori di lavoro di aver commesso un grossolano errore nel non puntare di più su di lui.

Ma Troy anche in questa occasione non fa polemiche e si congeda con il sorriso sulle labbra dalla sua ex-squadra, mentre il suo futuro si tinge di giallo, infatti Troy ha raggiunto un accordo all’ultimo minuto con il Team diretto da Sito Pons per correre la stagione 2005 sulle gialle Honda rc211v.

Riccardo Dalmonte
Alias: Take it easy


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